Storia

La storia della Valle dei Templi raccontata dalle nostre guide

Il Parco archeologico paesaggistico e naturalistico della valle dei templi è sito UNESCO dal 1997 ed è uno dei parchi più grandi in Europa. Il sito custodisce le vestigia della “più bella città dei mortali” come la definì Pindaro, e non solo…

Sono presenti resti romani e cristiani a testimonianza delle diverse dominazioni che subì la città nel corso dei secoli, il tutto immerso in un paesaggio unico, fatto di ulivi ultra centenari, mandorli di diverse varietà, pistacchi, agavi, carrubi sullo sfondo del mare africano… Questo e tanto altro scopriremo nel corso della nostra visita guidata!

Cenni storici

Il sito che viene comunemente chiamato Valle dei templi è in realtà una parte di una città molto più grande fondata nel VI secolo a.C., Akragas. La fondazione della città va collocata in una seconda fase della colonizzazione greca, quella che vide la nascita delle poleis greche dell’Italia meridionale e che in seguito verranno identificate come Magna Grecia.

La fonte storica sulla fondazione di Akragas è costituita principalmente da Tucidide, che parla dei fondatori (“oikistài” ecisti) della nuova polis, Aristonoos e Pystilos, che diedero alla nuova colonia le istituzioni che erano proprie di Gela. La costruzione di Akragas va vista perciò come il risultato del processo di espansione di Gela verso ovest.

Cento anni prima della fondazione di Akragas, coloni provenienti da Rodi e Creta si stabilirono nei territori dell’attuale Gela. Intorno al 580 a.C. gli abitanti di Gela, insieme ad altri coloni arrivati ancora da Rodi e Creta, si spinsero ad ovest fino alla foce di due fiumi, l’Akragas e l’Hypsas, che abbracciano un territorio come a proteggerlo: un territorio che vedeva due colline a nord degradare dolcemente a sud, verso una fertile vallata, delimitata dalla cresta di una terza collina, che correva parallela alla costa, distante 3 km. Una posizione strategica che consentirà alla futura Akragas di essere difesa da attacchi esterni, di dominare tutta costa e curare i rapporti commerciali con la madrepatria greca.

Falaride

Lo sviluppo e la crescita militare della nuova colonia furono molto rapidi, grazie anche ai tiranni che ne ressero le sorti già nei primissimi anni dalla fondazione. In questo contesto va sicuramente ricordato Falaride, passato alla storia come uno dei tiranni più crudeli ed efferati della storia di Akragas, salito al potere usando strategie e inganni. Da subito Falaride avvia un campagna di espansione dei territori akragantini, spingendosi sia verso est, verso ovest e verso nord fino ad Himera, a cercare uno sbocco sul Tirreno. La tradizione tramanda la sua figura come quella di un tiranno crudele, al punto da bruciare i suoi nemici all’interno di un toro cavo di bronzo, commissionato all’artista Perillo. Quest’opera era stata dotata di un marchingegno che faceva risuonare le grida di dolore delle povere vittime come il muggito di un toro vivente! Si racconta anche che il primo a “testare” questo congegno fosse stato proprio Perillo, arso vivo dentro la sua stessa opera!

L'apice di Akragas

E’ quindi un periodo di grande fermento economico, la città è florida e gode di alto prestigio. Akragas viene dotata di una possente cinta muraria, lunga quasi 13 km, intervallata da porte che davano accesso alla città; una fortificazione quasi completamente ricavata dalla cresta della collina, a sud della valle, che invece ospitava le abitazioni. Siamo nel pieno del VI sec. a. C. E’ in questi anni che, molto probabilmente, si comincia anche a lavorare al tempio di Eracle, il primo di una serie di templi che si ergeranno lungo la collina, a corona della città, quasi a chiuderla e difenderla insieme ai templi sull’acropoli, a nord del territorio.

La fine di Falaride

Sulla fine della tirannia di Falaride ci sono varie versioni: alcune fonti riferiscono che il crudele tiranno abbia trovato la morte lapidato dai suoi stessi concittadini; altre riportano che fosse stato arso all’interno del toro di bronzo; altre ancora ci dicono che la sua fine avvenne per opera di una congiura ordita da alcuni esponenti della famiglia degli Emmenidi, la stirpe del futuro Terone, il tiranno illuminato e benvoluto da tutto il popolo, che porterà Akragas ad essere una delle città più ricche ed importanti dell’isola e che la doterà di quasi tutte quelle costruzioni monumentali, i cui resti ancora oggi testimoniano lo sfarzo e la potenza di cui godette la polis lungo tutto il V sec.a.C.
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